lunedì 7 dicembre 2009

Günther R.I.P. (1997-2009)

Un magma psichedelico di pensieri, idee e ricordi mi ha travolto e in poco meno di una settimana mi ha costretto a stare immobile, rigido, seduto su una sedia scomoda a scrivere, cercando di decifrare quel lungo papiro che mi si era appena srotolato nella testa!!
Non c'è un vero ordine. Non un inizio e nè una fine. E' un flusso di parole che si accavallano, di ragionamenti che non lasciano spazio neanche al fiato di entrare fino in fondo ai polmoni.
E' strano.
Günther è volato in cielo.
Günther era un cane meticcio di quasi 13 anni. Pesava 9kg e il pelo era focato, bianco e albicocca.
Era il mio cane.
E' strano perchè, del proprio cane, il padrone sceglie il nome, il posto dove dovrà dormire, di cosa si dovrà nutrire ogni sera. Io l'unica cosa che ho scelto per il mio cane in tutti questi anni è stata quando farlo morire.
Günther è morto il 2 dicembre in un bella tarda mattinata di sole qui a Milano. Si è addormentato sereno sulle mie ginocchia. Era molto malato e se ne sarebbe andato comunque in pochi giorni. Magari me lo sarei ritrovato una mattina in una pozza di sangue ai piedi del letto. Una tragedia nella tragedia.
Mi sono disperato quando quel lunedì pomeriggio di qualche mese fa mi avevano detto che non ci sarebbe stato più nulla da fare e lo stesso ho fatto in questi giorni tutte le volte che il mio sguardo ha incrociato per sbaglio il suo guinzaglio sul divano - che non ho ancora avuto il coraggio di spostare!! - o le sue provviste di cibo nella dispensa.
Günther ha dormito con me la maggior parte dei giorni della sua vita. Non ho mai avuto bisogno di tenerlo legato, per fortuna sia sua che mia. Spesso mi è capitato di dividere il pasto con lui. Ha distrutto in 12 anni abbondanti più di un centinaio di scarpe, che vuole dire quasi una scarpa al mese. Günther era permaloso e "rompipalle" - come il padrone - ma fondamentalmente buono. Mi ha conosciuto che non sapevo nemmeno dove fosse il Brasile e mi ha visto cintura nera. E' stato con me sempre.
E' strano perchè nel momento in cui se n'è andato mi sono sentito forte come se lo spirito sereno e imperturbabile del mio Güntherino mi avesse abbracciato. Oggi non c'è più e io non smetto un minuto di pensarlo o di parlare di lui come se fosse il cane più bello e intelligente del mondo.
Era solo il mio cane.
L'unico sollievo per me è sapere che, grazie a Dio, non ha fatto in tempo a soffrire. Ha chiuso gli occhi e basta.
E' strano perchè a un campione si chiede sempre di vincere, di sapere dove sta andando. Per me, invece, è più importante non perdere, non dimenticare da dove si è partiti. Da dove si viene.
Andate a prendere il vostro kimono, quello con cui vi allenate tutti i giorni, quello che usate per combattere al campionato e guardatelo bene, perchè nella toppa che avete cucito sulla schiena troverete un pò di quella forza e di quella serenità che Güntherino è stato capace di darmi in tutti questi anni!!
Una volta MILANIMAL, MILANIMAL fino alla morte..