martedì 21 settembre 2010

L'emigrante.

L'emigrante quando si mette in marcia lo fa sempre con l'intenzione di raggiungere un luogo più accogliente e forse felice di quello che sta lasciando. Parte con il necessario, contando solo su pochi risparmi e la grande forza di volontà. E' sereno ma determinato. Cerca fortuna.

Venerdì 17 Settembre 2010 h. 19,00 - Milano, P.ta Venezia
Partenza in macchina alla volta dell'ennesimo Ibis Hotel. Questa volta in una zona periferica di Ginevra immersa tra luci al neon di Doner Kebab e bistrot decrepiti che ormai hanno dimenticato da generazioni le loro origini francesi. Ludacris, Eminem e JaRule strillano a pochi centimetri dalle mie orecchie per tutto il viaggio. Trovo pace tra le pagine di "Mia è la vendetta" di Bunker.

Venerdì 17 Settembre 2010 h. 23,00 - Ginevra, Rue de Chancy
All'ingresso dell'hotel Aziz o forse Adif, in qualità di addetto tuttofare, si presenta come nemmeno Higgins avrebbe accolto Magnum se fosse tornato con la Ferrari 308 GTS di Robin Masters accortocciata nel taschino della giacca al posto della pochette. E' incazzato nero. Me la cavo lasciandogli la carta di credito. Saluto la banda di disgraziati che come me si è imbarcata in questo Vietnam e salgo al secondo piano. Stanza 233. Un letto matrimoniale, un bagno, io e Luigi. Agli altri non è andata meglio. Stessa storia. Cambiano solo i nomi dei protagonisti: Edo e il Fudo. Non osiamo tornare alla reception per protestare.

Sabato 18 Settembre 2010 h. 9,00 - Ginevra, Rue de Chancy
Colazione continentale in hotel. 15 euro. Partenza per Morges. Approssimativamente 60 chilometri. Una quindicina di italiani in marcia distribuiti su tre macchine.

Sabato 18 Settembre 2010 h. 10,30 - Morges
Entro nel palazzetto e mi trovo davanti un polacco che sembra un frigorifero doppia porta, di quelli che si vedono solo nelle case americane dei telefilm, vestito di una maglia la cui scritta a caratteri cubitali "BRAZILIAN JIU-JITSU" fa capire bene che non è lì per caso. I suoi occhi mi seguono per dieci minuti, come se da un momento all'altro volesse scaraventarmi al piano di sotto. Ho giusto il tempo di accuciarmi in un angolo con il resto del mio branco e mi accorgo che non è da solo. Ce ne sono almeno una trentina e tutti fanno la stessa cosa. Guardano in cagnesco il primo che gli si para davanti. Senza motivo e soprattutto, nel mio caso, senza distinzioni di taglia o peso.
Nel frattempo non si è mossa una foglia. Niente mi fa pensare che in quel posto e a quell'ora si sarebbe dovuto svolgere un campionato - addirittura "Europeo" - di jiu-jitsu. Sei aree di gara completamente vuote. Qualche foglio attaccato con il nastro adesivo sul muro vicino ai bagni è l'unico segno di una battaglia che tarda a cominciare.

Sabato 18 Settembre 2010 h. 12,30 - Morges
Si aprono i cancelli e i tori iniziano a correre per le vie della città. Solo a fine giornata si conteranno i feriti ma finalmente il 2° Campionato Europeo della Federazione Svizzera di Jiu-Jitsu inizia. Io e Mezzochilo, approfittando dell'entusiasmo degli organizzatori, chiediamo spiegazioni su quanto ci aspetterà il giorno seguente. La risposta è lapidaria: "Você vai saber sò na hora!!".

Sabato 18 Settembre 2010 h. 20,00 - Morges
La giornata di sport è finita. MILANIMAL si porta a casa due argenti e un bronzo con il Fudo, Edo e Luigi. L'entusiasmo annebbia per un attimo la vista come capita spesso a chi incautamente crede di fare un affare comprando a prezzi stracciati nelle piazzole di sosta degli autogrill. Ripasso a memoria tutti i dettagli del caso e mi accorgo che c'è qualcosa che non torna.
Il prezzo di iscrizione al torneo era di 60 euro fino al 20 di agosto e di 80 euro fino al 10 di settembre. Io ho pagato 80 euro. Alcuni 60 euro pur essendosi iscritti oltre il 20 di agosto. Altri, pur non avendo pagato, hanno lottato e hanno ritirato la t-shirt commemorativa dell'evento. Altri ancora, addirittura, manco sono venuti in Svizzera e, con una semplice telefonata, scoperto l'inghippo, hanno delegato qualcuno per andare a ritirare a nome loro il "ricordino" della maglietta.
Salgo in macchina e cerco di non pensare.
Mi aspetta l'ultima cena ipocalorica.

Sabato 18 Settembre 2010 h. 21,00 - Ginevra, Rue de Chancy
Il posto è accogliente se non fosse per un pazzo vestito da torero che imbraccia la chitarra e grida come una scimmia a due metri da dove sto mangiando. Il repertorio è quello delle ballate gitane. Va dai Gipsy Kings al più moderno Juanes. Cameriera brasiliana. Bassa, finta bionda e con un naso che spicca su tutto. Cuoco andaluso. Basso e tarchiato. Dotato di una solida pancia da bevitore di birra. Avventori svizzeri. Vecchi, brutti e nostalgici. E poi noi. Ancora più brutti ma almeno giovani, forti e felici.

Domenica 19 Settembre 2010 h. 10,00 - Ginevra, Rue de Chancy
Seconda colazione all'hotel Ibis Genève Petit-Lancy. Altri 15 euro. Vista l'esperienza del giorno prima, mi muovo senza fretta. Mi faccio qualche domanda sulle sorprese che una giornata del genere può riservarmi. Ripenso alle ultime ventiquattro ore. Penso che Luigi nonostante abbia perso in semifinale dopo 4 incontri non può ritirare la sua medaglia di bronzo perchè l'editto del giorno prima sulle premiazioni sanciva un unico 3° posto. Difficile da dire ma il bronzo spetta solo a chi ha perso con il vincente di categoria. A differenza dello scorso anno. Penso che avrei potuto almeno risparmiare gli 80 euro dell'iscrizione se fossi stato un po' più intrepido. Alla fine mi arrendo, raccatto i miei bagagli e salgo in macchina. Sole. Fa caldo. Luigi guida come se fosse su una Subaru Impreza al Rally dei Mille Laghi. Il navigatore gracchia in sottofondo.

Domenica 19 Settembre 2010 h. 11,00 - Morges
L'odore di würstel di pollo, senape e cetrioli mi dice che siamo arrivati. Appena dentro vedo Ironmike.  Mi sorride e parliamo per una decina di minuti. Intanto penso al pachiderma del giorno prima vestito come Ozzy Ousborne che mi guardava digrignando i denti e mi ripeto in testa: "Un guerriero vero è in pace con se stesso. Sorride sempre." Per il resto, lo scenario è lo stesso del giorno prima. Un limbo di anime che si muovono senza meta. Non esiste un programma della giornata. Non trovo nulla nemmeno dove il giorno prima avevo visto qualche foglio appeso. Alcuni fanno i conti con l'orario del volo di rientro. Altri cercano informazioni come se fossero al fronte. Grazie a Dio la giornata finisce prima del previsto. Stringo la mano sul podio a John"Papajohn" Gorman, una specie di Sai Baba delle arti marziali. Un mezzo santone itinerante che avevo incontrato per la prima volta nell'estate del 2001 a Rio de Janeiro nell'ufficio di Carlinhos Gracie, oggi il Donald Trump del jiu-jitsu. Mi porto a casa una medaglia da un 1,99$. Sono insoddisfatto. Molto. Ho perso. Penso alle cose da fare. Nell'ordine: lavarmi, radermi e mangiare in un buon ristorante. Raggiungo gli altri zoppicando. Mi siedo in macchina e chiudo gli occhi.

Domenica 19 Settembre 2010 h. 15,00 - Morges, Centre Ville
Il dolore al ginocchio si placa per un attimo solo quando avverto un profumo intenso di patate al forno a pochi centimetri dal naso. Guardo il piatto e sento già esplodere in bocca il sapore dell'entrecote di manzo e del contorno. Il lago, la strada pulita, una fila ordinata di alberi e il prato così verde che avrebbe potuto ospitare la parata per la festa di San Patrizio, patrono d'Irlanda, sono solo una bella cornice. Per me lo spettacolo è tutto sopra la tavola. Secondo, dessert e caffè in poco più di mezz'ora. Pochi passi per arrivare alla macchina. Una sosta in pasticceria per comprare l'unico prodotto svizzero alla portata delle nostre finanze, il cioccolato, e siamo già sulla via del ritorno.

Domenica 19 Settembre 2010 h. 21,00 - Milano, P.ta Venezia
Silenzio. Sono a casa. Mi godo il mio cane, le ultime pagine di "Mia è la vendetta" e, finalmente, un pò di solitudine.