domenica 26 giugno 2011

Casa MILANIMAL - Milano, Sabato 18/6/2011

Milano - Sabato, 18/6/2011
"Mi piacerebbe potervi ringraziare uno ad uno per essere venuti qui oggi ma non avrei mai pensato che in questi anni saremmo potuti diventare così tanti.
Ho iniziato da solo e molto tempo fa. Senza un piano da seguire. All’epoca era tutto molto semplice e i giorni, in pratica, erano tutti uguali. Il nonno mi veniva a prendere a scuola e, per non farmi mettere sottosopra casa, mi lasciava per un paio d’ore, tre volte alla settimana, nella palestra di judo dell’oratorio di quartiere.
Gli anni sono passati e gli allenamenti sono diventati due al giorno. Uscivo da scuola. Mangiavo in autobus. Mi allenavo. Studiavo. E tornavo in palestra. Tutti i giorni. Dal lunedì al venerdì.
Ho iniziato a sentir parlare di jiu-jitsu quando avevo già ventidue anni. E in meno di dieci mi sono guadagnato la mia cintura nera.
Arrivato fin qui posso dire con assoluta certezza che il ricordo più felice che mi porti appresso è di quando, esausto, potevo permettermi il lusso di starmene sdraiato e riposarmi.
Beh, nonostante i sacrifici, la fatica e l’impegno spesi le vittorie, ad oggi, non hanno ancora superato le sconfitte e il tempo purtroppo non gioca a mio favore.
Non sono preoccupato, anzi, pur non potendo contare su un cognome illustre – Gracie, Machado o qualsiasi altro anonimo Da Silva – o su una carriera asfaltata di medaglie, guardandovi così numerosi oggi posso solo pensare che il futuro sarà molto meglio di quello che avrebbe potuto essere il mio passato. Questo perché sono profondamente convinto che sotto un generale forte non vi saranno mai soldati deboli."
Milano - Sabato, 18/6/2011
Per un momento mi è sembrato di dover inghiottire un sasso grosso come un pugno, poi le corde vocali si sono allentate e la voce ha ripreso ad uscire dalla bocca con la solita andatura. Per quei due, al massimo tre minuti non ho avuto il coraggio di alzare gli occhi dal foglio scritto.
Ho parlato per due ore. Forse troppo. Alla fine mi sono sentito sfinito, svuotato ma soddisfatto.
E' strana la sensazione ma non trovo parole per descrivere un giorno così felice. Non credo esista una medaglia capace di scaldare il cuore tanto quanto la stretta di mano e l'abbraccio di uno qualsiasi dei miei studenti. Per me loro sono semplicemente i migliori.