MILANO CHALLENGE 2011 - Milano, 26.11.11 |
Sono le due di notte. Sono sdraiato. Mi bruciano gli occhi. Li tengo chiusi e cerco di fare il punto della situazione. Non mi sembra sia rimasto più niente da fare. Non ho sonno ma faccio di tutto per addormentarmi il più velocemente possibile.
h. 6,30 - Casa
Suona la sveglia e scatto in piedi come se non avessi mai chiuso occhio. Non trovo nessun sollievo in una doccia calda e nel radermi. Anzi, l'impressione è quella di aver perso tempo. La realtà è che non vedo l'ora di essere al palazzetto per controllare che tutto sia al posto giusto.
h. 7,30 - In macchina
Sono agitato e conto i minuti che mi separano dal fischio d'inizio. Le chiacchiere in macchina con Auri, Pier e Francesco non mi distraggono. Tengo gli occhi puntati sulla strada come un setter e a ogni incrocio cerco di calcolare quanto manca al PalaCarraro. Non c'è traccia di anima viva in giro. La nebbia ha coperto ogni cosa.
h. 8,30 - Al palazzetto
Sembra che sia tutto in ordine. Ispeziono i tavoli come nemmeno il sergente Hartman avrebbe fatto con le unghie dei suoi soldati. Arrivano i primi volontari. E l'esercito di riservisti aumenta ad ogni minuto che passa.
h. 10,00 - Al palazzetto
Tutti sono ai loro posti. Si parte. I primi atleti entrano nell'area di gara. Le cinture nere, marroni e viola si stanno già azzuffando. La giornata sarà lunga e faticosa. Ormai ho messo il pilota automatico. Non ci penso e tiro dritto.
h. 22,30 - A casa
Entro in casa. Sono a pezzi. Non sento più le gambe come se mi fosse esplosa una granata tra i piedi. La testa mi scoppia. Per un secondo ripenso al giorno in cui ho deciso di mettere in piedi il carrozzone del MILANO CHALLENGE. Sono passati tre anni. Tre edizioni. Una migliore dell'altra. Vorrei abbracciare tutti. L'unica cosa che riesco a fare, invece, é svenire vestito sul divano fino alla mattina dopo.
Ringrazio tutte le persone che mi hanno aiutato in questa lunga e faticosa avventura. In particolare. Daniele e Nicola, perché senza di loro sarei rimasto fermo all'età della pietra. Giacomo, Francesco, Daniele, Dario e Auri, perché altrimenti sarei ancora al PalaCarraro a cercare di montare duecento materassine a incastro. Francesco e Germano, senza i quali il MILANO CHALLENGE non avrebbe nè foto nè video. E tutto il resto dello staff. Grazie di cuore.